lunedì 4 settembre 2017

Stupro di Rimini : i molti quesiti irrisolti



Stupro di Rimini e i  molti quesiti irrisolti



Il caso è chiuso!, responsabili presi, procede la giustizia. 

Un sospiro di sollievo coinvolge una comunità ed una economia come quella della costa riminese, fatta di Turismo, spiaggia di giorno e  feste e divertimento la notte con tutti gli annessi e connessi che ogni località di grande attrazione si porta dietro e che hanno fatto di contorno a questa vicenda e dove  i soggetti, anche i più discutibili(legati allo spaccio e alla prostituzione)  non vedevano l’ora che finisse augurandosi il ritorno  alla “normalità”.  






A tirare il sospiro di sollievo  sono le forze di polizia e gli inquirenti locali , sottoposti a loro dire  nei primi giorni a “una pesante attenzione mediatica e relativo stress”.Lo hanno fatto   gli specialisti dello SCO  inviati in tutta fretta sotto la pressione  politica interna ed internazionale , visto che  ad avere subìto la maggiore violenza erano stata la coppia di giovani provenienti da una Nazione come la Polonia  che è il capofila del gruppo di paesi dell’Est del fronte del No all’accoglienza e al ricollocamento dei migranti/richiedenti asilo.
Una brutta grana per  i partiti di governo messi sotto accusa per le loro politiche definite troppo permissive nei confronti dei migranti, visto che sin dal primo momento si aveva la certezza che di originari dell’Africa  si trattava.
Ma l’intervento dello SCO era conseguente all’allarme sulle modalità dei reati commessi dal branco  e che facevano  pensare a qualcosa di potenzialmente pericoloso e ripetibile.
In un articolo pubblicato anche su Bellaciao/it  ( stupro di Rimini:applicare la legge internazionale sugli stupri etnici)  affermavo che  a mio avviso per come si erano svolti i fatti, quello non era uno stupro di branco normale ma aveva caratteristiche  paragonabili a quelli che vengono compiuti  giornalmente  durante le pulizie etniche,  in luoghi della terra afflitti da guerre e guerriglie particolarmente feroci , sia in Africa  che nel medioriente.
La sensazione di aver già letto da qualche parte quelle feroci  modalità mi lasciava però perplesso sull’origine che inizialmente  avevano indicato i media, quella magrebina . Solo al momento dell’arresto del’ultimo componente  e conosciuta la nazionalità ,  la mia memoria  riusciva a dare un senso a quella strana sensazione che mi aveva  pervaso sin dal primo momento e farmi esprimere in termini così indignati che qualcuno aveva  pensato ad una mia incredibile marca indietro  revisionista   sull’antirazzismo  e di una mia “troppo sensibilità” sullo stupro fatto dai “neri” rispetto a quello fatto dai bianchi occidentali.
Ebbene  quando  ho saputo che il capo branco , il maggiorenne  che comandava i tre minorenni era congolese,  ho ricordato dove avevo già letto tempo fa modalità identiche a quello stupro: si trattava di testimonianze di donne congolesi e del Ruanda  stuprate ammazzate, mutilate, e dove la sottomissione alla violenza era condizionata al gridargli in faccia  che le si voleva ucciderle, (I Kill You!  ripetuto durante il doppio stupro a Rimini) testimonianze che avevo letto anni fa, riprese da alcuni  religiosi  bianchi scampati ai massacri e agli stupri e come raccontassero come ad essere stuprate con particolare violenza erano state le religiose . Stupri  di queste modalità erano in particolare per riti di iniziazione dei “bambini soldato” minorenni rapiti  o forzatamente arruolati e che dopo averli riempiti di sostanze  psicotiche li si faceva  stuprare in branco le vittime delle scorrerie per prepararli ad altre più violente.
Sì,  di rito di iniziazione  si è trattato quello che si è svolto a Rimini e non una bravata di 4 giovani drogati , un po’ fuori di testa, un rito secondo modalità di luoghi dove queste cose sono la normalità e dal quale volenti o nolenti dobbiamo sapere  che chi giunge da noi  vi è anche  chi è stato testimone o  più o meno forzatamente partecipe.
Molti sicuramente grideranno allo scandalo  per queste mie parole ma credere che  da noi arrivino solo vittime  secondo il nostro punto di vista “ buonista”  sarebbe non accettare la realtà comprovata per esempio dei foreign fighters di tutte le milizie  che hanno sgozzato, stuprato, ecc in Siria ed in Iraq che rientrano in Europa. Chi va da loro a chiedergli quanta gente hai ammazzato  o stuprato lì? Nessuno, questo non vale solo da noi dove il fenomeno è limitato ma in tutta Europa , l’importante che non incomincino ad ammazzare qui!
Questo è il senso comune dei governati europei che hanno a che fare con un fenomeno al quale hanno anche contribuito direttamente e poi gli è sfuggito di mano.
 Addentrarsi su questo discorso ci porterebbe a sollevare in noi troppi dubbi  sul nostro operato quotidiano  e quello di tutti coloro, laici e religiosi ,  che lavorano con tanto sacrificio, impegno ed amore ad accogliere e aiutare che si presenta alla nostra porta.
 E’ vero !,  per noi ,  essi  sono solo esseri umani che ci chiedono di aiutarli,  indifferentemente che dal luogo di origine siano stati vittime o carnefici di altri esseri umani, ma credere che  il loro  percorso esperienziale possa cancellarsi automaticamente una volta giunti in Italia/Europa è pia illusione, come pia illusione anzi, peccato di superbia,  è  quello di credere che dando loro da bere o da mangiare, in cambio  si possa espropriarli di  un’identità culturale  che non è riducibile a quella  che  mettiamo in pubblico durante feste e banchetti multietnici, no, essa è più complessa  e su questo va fatta una grossa riflessione tra chi opera nel volontariato in questo settore per “integrare” i migranti.
Domande che preferiamo non  farci mentre ci occupiamo di trovare loro una casa, un lavoro, una scuola, assistenza sanitaria , ma che oggi  purtroppo proprio  gli operatori di quella cooperativa che aveva seguito il  “congolese” si fanno, esterrefatti che tra le centinaia di giovani che loro hanno seguito,  proprio quello che sembrava più “integrabile” abbia compiuto quei reati ed oggi aggiungo io dinanzi al giudice continui tranquillamente a negare senza nessun pentimento.
Un grosso sospiro di sollievo dobbiamo farli tutti  per il loro arresto, poiché se rito di iniziazione si trattava, visto che era il continuo in crescendo di un precedente tentativo, quel gruppo presto avrebbe marcato il territorio forte dell’impunità acquisita, con altri e sicuramente più gravi reati, con il rischio di possibili   emulatori e competitori  in quel territorio dove  la concorrenza sul controllo dello spaccio e della prostituzione è forte.
Si sta creando una nuova prima generazione di nuovi italiani  pronta a gesti eclatanti?
Quello che nessuno oggi vuol mettere in risalto,  pena il  lanciare segnali allarmistici, sul tema terrorismo e fomentare altre ondate di razzismo , sono tutte le modalità di costruzione di quel branco fotocopia  di altre che noi abbiamo sentito raccontare in  vicende terroristiche recentissime,  dove fratelli e cugini spesso di origine magrebina  e spesso minorenni  e pregiudicati per reati connessi a droga o piccoli furti , nati  e cresciuti  in un paese europeo( Francia , Spagna , Germania, ecc),  sotto la guida di un capo  branco invece di andare a fracassare una bottiglia in testa ad un trans o stuprare una turista“bianca”, si lanciavano con  un camion contro folle di poveri turisti  o li ammazzavano  a colpi di coltello o di mitra. . In questo caso abbiamo avuto una grande fortuna  che  a comandare il branco fosse invece quel congolese, che a suo dire si era pure convertito a una setta cristiana, e non il solito imam.
Ma saremo sempre così fortunati? In ogni caso questo è il segnale che si sta già formando  a nostra insaputa una prima generazione di italiani acquisiti che per ripulsa generazionale, disagio  o irretimento da velenose sirene terroristiche jihadiste possano emulare quello che altri loro coetanei  hanno fatto in altre parti di Europa?
Ci auguriamo che ciò non avvenga ma  per ridurre questo pericolo occorrerà un grande sforzo comune e una revisione  di nostre molte certezze …
Antonio Camuso
Osservatorio sui Balcani di Brindisi
Brindisi 4 settembre 2017

mercoledì 30 agosto 2017

Il duplice stupro di Rimini e i paradossi del politicamente corretto



Il duplice stupro di Rimini e i paradossi del politicamente corretto a tutti i costi

ovvero,
 La Nazione Italiana  è fondata sullo stupro etnico , subìto o compiuto.

(Parte prima)

L’opinione non politicamente corretta di Antonio Camuso





A distanza di poco più di 24 ore dalla bestiale aggressione a Rimini,  di cui sono state vittime  una coppia di cittadini polacchi ed un trans peruviano da parte da  4 giovani di origine nord-africana,( come testimoniato dalle vittime), l’opinione pubblica italiana appare coinvolta in una vera e propria guerra civile “culturale” che ha raggiunto livelli parossistici con l’augurio di un leghista (subito dopo espulso dal suo gruppo)  per un prossimo stupro  a danno della Boldrini e delle donne del PD.

Che  quel duplice stupro abbia comunque segnato un punto a favore di chi fomenta  il vento subdolo della xenofobia che  spira ormai impetuoso su tutta Europa, lo si è visto dalla reazione plebiscitaria indignata sui socialmedia con parole  pesanti nei confronti  di quella parte , se pur minoritaria  di “stranieri”  ed in particolare di origina africana che  specialemente nelle grandi città del Centro-Nord  hanno il monopolio su reati quali  il controllo dello spaccio di sostanze stupefacenti, sulla tratta delle donne africane da avviare alla prostituzione, ed il racket sui migranti “illegali”. 

Che nella legislazione italiana odierna, i reati commessi da questi soggetti vengano  considerati reati di natura minore  è risaputo da tutti , e sulla vastità del fenomeno, la cui punta dell’iceberg è  la  percentuale  di “stranieri” ospitati nelle patrie galere e  la loro suddivisione per nazionalità e gruppi etnici, rinvierei il lettore  a consultare  i relativi studi  di settore  sia delle associazioni di volontariato che operano  nelle carceri ,  o delle stesse organizzazioni sindacali della polizia penitenziaria. 

La creazione di vere e proprie zone franche  in determinati quartieri di Torino o di Genova  dove  si commettono questi reati impunemente è  gettata in pasto  agli occhi dell’opinione pubblica  da  programmi   televisivi , in particolare sulle reti Mediaset,  vere e proprie  arene di incitamento all’odio razziale  e  prove generali di psico-guerra  e ai quali il ministro della propaganda nazista la “buonanima” di Goebbels farebbe tanto di cappello. Propaganda  che sempre più  ha visto scemare  la platea degli oppositori, specialmente dopo la giravolta  estiva del duo Gentiloni Menniti sulla questione Migranti-sbarchi- ONG- Libia. 

Una schiera di oppositori che purtroppo , ad opporre   a quelle argomentazioni  che fanno torcere le budella e il cervello agli italiani benpensanti atterriti dall’invasione dei “mori, non fa altro che aggrapparsi alla ricerca parossistica del politicamente corretto a tutti i costi mettendo in campo argomentazioni che lascerebbero di stucco qualunque  studioso della psiche umana  e che comunque danno il segno di come l’avvelenamento delle coscienze e la cancellazione della memoria sia totale.  

Abbiamo visto così  persone  che si dichiarano di sinistra, antirazzisti, pro-accoglienza ecc, per  cercare di spegnere l’indignazione contro “gli stupratori africani”, mettersi a ricercare morbosamente sul web , episodi in cui a stuprare in maniera particoalrmente violenta fossero stati italiani purosangue, mettendo in secondo piano il valore dell’efferatezza di questo crimine , e non comprendendo quanto  l’argomento stupro ed in particolare quello contro le donne su base etnica  abbia un significato “particolare” su quella complessa stratificazione culturale che determinata la nostra identità nazionale. 

Mi riservo di approfondire l' argomento , nella seconda parte di questo articolo, che pubblicherò quanto prima con il titolo   “L’identità  nazionale  Italiana  è fondata sullo stupro etnico , subìto o compiuto”.

Colpisce il fatto comunque che ancora adesso nessuna organizzazione femminista abbia indetto una mobilitazione  sul luogo dove è stato perpetrato questo grave crimine ed addolora che  siano proprio i fogliacci di destra a mettere in risalto questa mancanza.

 Ben diverso avviene  in nazioni in cui l’emancipazione femminile ha una lunga tradizione ,  come  la Germania. dove  per esempio, dopo che durante i festeggiamenti di fine anno  vi era stata un’aggressione sessuale di massa  da parte  di migranti a maggioranza di religione islamica, la risposta delle donmne era stata immediata con mobilitazioni di piazza lanciando  un chiaro segnale alla classe politica e   chiedendo che  oltrte ai programmi di inserimento sociale e lavorativo per i migranti accolti in quel paese, vi fossero adeguati corsi, per glio stessio, sulle abitudini e consuetudini delle donne tedesche , onde evitare di incorrere in gravi conseguenze.  

Quanto queste prime misure”educative” possano essere efficaci lo dirà il tempo, visto che un Paese come la Francia  che ha una lunga tradizione di immigrazione africana  con milioni di donne e uomini di religione islamica, oggi  vede moltiplicarsi gli episodi di aggressioni verbali e fisiche nei confronti delle donne indifferentemente autoctone o “straniere”,  il cui abbiglianmento o atteggiamento in  pubblico siano in contrasto con i principi più ortodossi  dell’Islam. 

A denunciare il fatto  che ormai in Francia vi siano  strade o quartieri, di città piccole e grandi , dove  una minigonna o un pantalone succinto diano spunto a  pesanti apprezzamenti o scherno,  non sono gli inviati  Mediaset o di Libero, ma esponenti qualificate di organizzazioni  femminili francesi e ciò attizza quel clima pesante di stato di guerra permanente  a cui  non solo le istituzioni , ma l’intera stessa società civile francese cooorno il rischio di pesanti ricadute sulla democrazia , se pur formale, nell’intera Europa. 

Ritornando al luogo della duplice aggressione sessuale,  mentre stanno emergendo  particolari inquietanti in queste ore i media ci regalano una informazione dagli aspetti psicotici con volteggi da saltimbanco tra  la ricerca affannosa del politicamnte corretto e un viscerale “dagli allo stupratore magrebino”, lasciando a tutti noi molto da pensare e costringendoci a porre alcune domande:

1)     Il politicamente corretto fa calare il sipario sull’informazione , oscurando cervello e coscienze, così come la propaganda xenofoba e razzista?.

2)     I  casi di aggressione precedenti allo stupro e l’ipotesi di un  branco seriale che aumenta il suo potenziale di violenza man mano che  ha coscienza dell’impunità: un segnale  preso sottogamba dagli organi di polizia?

3)    Rimini come Scampia? Negozianti e testimoni intimiditi che chiedono di spegnere  le telecamere, Rimini la città  amata  di giorno per il suo mare, ma dove un pugno di spacciatori e delinquenti abituali si impone di notte?

Mentre  la Boldrini tirata  miserabilmente in ballo era costretta a ricordare il suo continuo impegno contro la violenza di genere, e non,  il duplice stupro diventava un giallo internazionale, visti i soggetti coinvolti: nordafricani( presunti) gli aggressori, polacchi la coppia  e peruviana/o il trans gli aggrediti , il luogo del crimine Italia facente parte dell’Unione Europea.
In questo contesto la notizia dell’arrivo di  poliziotti da quella Polonia che cappeggia il fronte del NO al ricollocamento di profughi/migranti  nel suo paese, non è un segnale  che  aiuta il nostro Paese nell’ammorbidire quelle posizioni e se l’inchiesta non darà risultati soddisfacenti, questo crimine efferato sarà l’ìennesimo cavallo di Troia a favore  di chi vuole lasciare solo il nostro Paese a gestire la cosiddetta emergenza migranti.
 Che le forze di polizia a Rimini possano aver sottovalutato quanto stava accadendo per le strade notturne della cittadina balneare ,  è confermato dell’arrivo  in città degli specialisti per i crimini particolarmente violenti onde coadiuvarli nell’indagine e cercare di non fare una grama figura nei confonti dei colleghi polacchi.

 Le notizie che nelle ultime ore sono filtrate  e confermate dai reportage della stessa RAI con interviste ad abitanti e negozianti dei luoghi dove sono avvenuti i crimini fanno pensare all’esistenza di un gruppo ben conosciuto che si muove indisturbato nelle ore notturne in quella città turistica. Le richieste pressanti non solo di prostitute ma anche di più di un negoziante, di non farsi riprendere pena pesanti ritorsioni, fanno  pensare che quelle scene siano state girate non nella Rimini di Fellini ma bensì nelle vele di Scampia del Gomorra di Saviano.

 Possibile che se questo è il clima,  le autorità di polizia locali e di Stato siano state sino ad ora inerti, visto che  come ci si è lasciato trapelare nelle ultime ore vi erano già stati casi di aggressioni in precedenza compiuti presumibilmente dallo stesso branco? 

Ancora più sconcertante è poi il fatto che  in un’intervista agli inquirenti si lasci trapelare che  i sospetti stanno ricadendo su una schiera di una trentina di soggetti (spacciatori,rapinatori,  papponi, ecc “presumibilmente” di origine  nord-africana) già conosciuti dalle forze dell’ordine , ma che fanno parte di quella coreagrafia  di un litorale dove mare,  spaccio,  prostitute e trans sono parte dello stesso pacchetto turistico.

Intanto, onde svelenire gli animi  dell’opinione pubblica  il sipario del politicamente corretto calava sull’informazione  e nel giro di poche ore l’origine etnica degli stupratori veniva messa a tacere e gli stessi diventavano solo un branco di giovani scellerati, in preda a droga ad alcool e la cui origine , richiesta  insistentemente dai reporter TV agli inquirenti del luogo,  diveniva “ presumibilmente straniera  a detta delle vittime”, riportando lo stesso crimine ad un livello più basso e di fatto in sede di giudizio penale un’attenuante per i colpevoli se portati in giudizio.

 Sappiamo che questa è un affermazione piuttosto pesante però l’iter processuale di tanti processi di stupro in Italia ha visto sentenze  dal sapore diametralmente opposte ed in cui il peso dell’opinione pubblica quando si è fatto sentire ha inciso  notevolmente su di esse  e  in certi casi hanno rappresentato dei punti di svolta per il cammino dell’emancipazione femminile in Italia . 

Ci stupisce quindi  il silenzio  o meglio l’inerzia delle organizzazioni femnministe su questo caso,  e ci auguriamo che  presto si facciano sentire con forza. Troppi sono i casi di crimini violenti  che stanno coinvolgendo l’ambiente squallido della prostituzione  che è un tutt’uno con quello del traffico degli stupefacenti, Troppe le”malefemmine”   italiane e di origine straniera , che  vengono ritrovate mutilate, sgozzate sotto i cavalcavia e nei fossi ,vittime di clienti violenti e di spacciatori e papponi senza scrupoli e che maturano crimine dopo crimine la certezza dell’impunità. Un ‘impunità che nasce e cresce grazie anche al silenzio di tante vittime di stupro, siano esse prostitute  o semplici donne  aggredite ritornando a casa dal lavoro o da una festa, mentre l’origine dell’aggressore fa maturare nell’opinione pubblica che quel crimne sia stato commesso non solo per motivi sessuali, ovvero daun violento e incontrollato  impulso sessuale ma bensì come forma di affermazione di superiorità non solo di genere ma anche razziale, religiosa,  etnica, insomma  fondamentalmente razzista.

C’è stupro e stupro

 A sottolineare  questa contraddizione e  per far riflettere il lettore di quest’articolo, segnalo come la stessa legislazione internazionale  fa dei distinguo tra stupro e stupro:   dove  è lasciato alla coscienza dei governanti  e dei capi religiosi di ogni Stato, il sanzionare lo stupro individuale o di gruppo tra connazionali  ed in particoalre  quello perpetrato contro le donne ,( permettendo che  tra le mura domestiche  il conflitto di genere  veda le donne a soccombere), mentre  se compiuto  in nome della discriminazione razziale , religiosa, come forma di incitamento alla pulizia etnica, al terrorismo di guerra, alal guerra convenzionale o asimmetrica esso possa imputarsi e qualificarsi come crimine contro l’Umanità.

 Ebbene ci domandiamo  quanto avvenuto  a Rimini, se sarà ritenuto uno stupro di serie B e vedrà al massimo il comune di Rimini ritenersi parte civile offesa per “ immagine turistica danneggiata” o vi sarà il coinvolgimento delle associazioni femministe nel processo per chiedere in faccia agli stupratori il motivo e le ragioni di questo crimine?  In altri tempi come  in quello del Circeo , in  cui solo per caso una delle due donne stuprate riuscì a sopravvivere, l’origine pariolina, fascista,  e profondamente razzista nei confronti di donne sottoproletarie,  degli stupratori,   fu messa in luce proprio da un’accusa sollecitata dalle femministe,  e determinante ai fini della condanna . 

 Quel processo segnò un salto di qualità della coscienza non solo femminile  ma anche maschile sulla violenza di genere. Oggi, nei confronti di  un’altra stratificazione di soggetti di provenienza  e religione molteplice, ma accomunati da un disprezzo assoluto nei confronti delle donne, non merita altrettanto impegno? Il silenzio complice in nome del politicamente corretto e  il tentare di  giustificare che i soggetti che commettono questi reati provengono da luoghi  poveri culturalmente  non solo non è sufficiente ma addirittura  porta l’acqua al mulino  dei razzisti nostrani che accomunano tutti i migranti sotto l’epiteto di stupratori, rapinatori,  e tutte gli altri veleni delal canaglia neonazista e leghista.

 Forse è venuto il momento che ci si prenda coscienza che contro la villenza di genere occorra costruire una grande battaglia culturale alla quale devono prender parte tutti cittadini e cittadine  con passaporto italiano e non, affinchè si costruisca una prima base fondamentale sulla quale si possa costruire un futuro multietncico e multiculturale  in cui uomini e donne abbiano pari dirtti e doveri. Se questa battasglia non sarà vinta lòa nostra società  alla lunga metterà in mostra tutto il marciume ipocrita e correrà il rischio anzi la certezza di implodere su se stessa .

Antonio Camuso 
Brindisi 30 agosto 2017 

Fine prima parte