domenica 27 novembre 2016

Onore al rivoluzionario Fidel Castro



Come Archivio Storico Benedetto Petrone e redazione di Pugliantagonista.it, vogliamo onorare a modo nostro il rivoluzionario Fidel  Castro, attraverso  le riflessioni che scaturiscono dalla rilettura di  un suo libro  pubblicato  dagli  Editori Riuniti, nel marzo 1972, con il titolo: la Rivoluzione e l’America Latina, in cui sono pubblicati  i suoi discorsi ed in particolari i colloqui avuti , in occasione di un viaggio in Cile, con i giovani , gli studenti, gli intellettuali di un Cile in cui il governo di sinistra di Unitad Popular di Savador Allende era appena andato al potere. Un libro che vorremmo che anche tanti cultori del mito di Castro, lo rileggessero per coglierne  gli insegnamenti ancora attuali, ma anche aspetti che  fanno comprendere come egli non fosse solo l’immagine del barbudos armato di fucile e machete che entra all’Havana  alla testa dei suoi guerriglieri, ma anche un grande intellettuale, un idealista pregnato di forti valori umanisti.




1)   Nel retro di copertina con la presentazione, vi è una foto che può sintetizzare l’importanza e il valore dell’insegnamento castrista per tutti i popoli che anelano a liberarsi dai vecchi e nuovi imperialismi. Una foto che raffigura insieme i due leader delle rivoluzioni popolari e di sinistra della seconda parte del Novecento dell’America Latina; Fidel Castro e Salvador Allende. Il primo nella sua affezionata divisa militare di guerrigliero e comandante  della rivoluzione cubana, con tanto di cinturone e di pistola a cui non si volle mai separare , il secondo in giacca e cravatta attorniato dal servizio d’ordine dei poliziotti cileni. E’ una foto che racchiude e  fa tabula rasa di  tante critiche,  distinguo, se non addirittura feroci accuse di despotismo assolutista che ancor oggi arrivano, non solo dalla cosiddetta destra internazionale, ad iniziare il suo nuovo Leader Maximo, il neo presidente degli USA Trumph, ma anche da certa sinistra perbenista. In quel viaggio Fidel, congratulandosi con Allende, volle però rimarcare le differenze che passavano tra la sua rivoluzione fatta con lotta armata popolare e quella “morbida” nelle  urne elettorali della coalizione di sinistra cilena. Fidel in disparte, più volte mise in gurdia Allende dal fidarsi di generali ed ammiragli pronti a vendere il prprio paese al miglior offerente e gli regalò una mitraglietta, la stessa che vedemmo  vanamente impugnare dal presidente cileno  nelle tragiche ore dell’assalto al palazzo presidenziale, la Moncada,  prima di essere ucciso da parte dei militari golpisti. La lezione dell’Esercito Popolare pronto a difendere con le armi la salvezza della democrazia  e che ha permesso a Cuba di resistere tanto tempo ai tentativi di controrivoluzione degli Stati Uniti, non fu compresa da Allende e la pagò caramente e così decine di migliaia di studenti, sindacalisti, uomini e donne del Cile in stato di assedio. E’ una lezione da tenere sempre presente per chiunque voglia cianciare di rivoluzioni ed assalti ai palazzi del potere attraverso  il semplice gesto di infilare una  scheda in un urna o peggio ancora  cliccando qualche “mi piace” o accodandosi dietro all’urlatore di turno.

2)   La Cultura  l’arma vincente della Rivoluzione: La seconda lezione  va trovata tra le parole  dei discorsi di Castro ai giovani cileni ,in quel viaggio memorabile  riguardano l’importanza della Cultura  e della difesa della propria identità e delle proprie tradizioni che deve essere non da meno a quella  di Resistenza, anche armata, della libertà, della democrazia, della indipendenza da imperialisti, sfruttatori , golpisti, una difesa fatta con sacrificio senza cercare posti privilegiati:…” quando la Rivoluzione vinse, nel nostro paese, vi erano 10.000 maestri senza aule dove insegnare, mentre 700 o 800.000 bambini non avevano insegnanti. Purtroppo moltissimi, quasi la maggioranza dei bambini vivevano in posti sperduti e disagiati e nonostante che i maestri fossero senza lavoro non volevano  spostarsi dalle città..per questo nacquero i maestri volontari,  ed organizzammo le scuole dei maestri  sulle montagne , in un vecchio accampamento  che era stato scuola di guerriglia. Fummo estremisti ed idealisti ma a partire  da questa esperienza portammo la voglia di mobilitarsi a 100.000 giovani che  autonomamente incominciarono a insegnare ed alfabetizzare bambini, ma anche adulti di 80 e 90 anni…proprio durante la campagna di alfabetizzazione  avvenne l’invasione della baia di Giron( la cosiddetta Baia dei Porci, in cui controrivoluzionari armati e sostenuti dagli USA provarono senza risultato a sbarcare, NdR) e a noi tutti dispiaceva interrompere la campagna. Sarebbe stata peggio della sconfitta militare se avessimo sospeso l’alfabetizzazione del nostro popolo. Lasciammo così tutti i giovani impegnati nell’insegnamento a farlo , nonostante lo stato di guerra e che avessimo  bisogno di ogni uomo utile….Contro questa campagna  si mobilitarono i controrivoluzionari rapendo e d uccidendo giovani e contadini impegnati nell’alfabetizzazione come il giovane Manuel Ascunce, rapito, torturato ed ucciso perché alfabetizzatore. Ma il popolo si mobilitò con manifestazioni di centinaia di migliaia di persone…in seguito altri son stati i problemi quando abbiamo corso il rischio che i giovani figli di operai, grazie allo Stato che garantiva loro anche l’Università correvano il rischio di replicare  la nascita di una nuova  gioventù borghese…stavamo correndo il pericolo  di perdere le migliori attitudini e qualità operaie… Cosa significa educare? Significa preparare l’uomo , da quando incomincia a prendere coscienza, a compiere i suoi più elementari doveri sociali, a produrre beni materiali  e spirituali che servono alla società, in modo che tutti partecipino egualmente alla produzione. Credete che una università possa essere un centro di educazione migliore di una fabbrica? In altri termini l’educazione deve essere una combinazione  delle studio tra scuola e lavoro facendo in modo che gli operai diventino studenti e gli studenti operai…questi sono i primi passi della rivoluzione dell’istruzione….se credete che con lo sviluppo della rivoluzione  avremo un paese con mezzo milione di automobili e sia il nostro obbiettivo, vi sbagliate!...noi possiamo dare l’istruzione a tutti ma non un’automobile a tutti! Se invece vogliamo assicurare mezzi collettivi di trasporto per i luoghi di lavoro, di svago, e ricreazione, questo SI!
3)   Sul consumismo: Noi non incoraggiamo il nostro popolo alal corsa al consumo… la società capitalistica incoraggia all’egoismo, l’individualismo, i vizi…tutti conosciamo le origini  dell’uomo e come sia facile svegliare in lui i peggiori istinti…L’uomo deve essere educato, il vizio è spontaneo, le virtù devono essere coltivate..La differenza oggi tra socialismo e capitalismo è che il socialismo ( per costruirsi, NdR) parla di sacrifici, austerità, educazione, controllo, mentre l’imperialismo stimola l’uomo le più smisurate ambizioni personali, corrompendolo. Che offre Cuba oggi alla nostra gioventù? Lavoro, studio, sacrificio, sforzo, obbiettivi qualitativamente superiori, sociali, rivoluzionari. Che offre l’imperialismo: l’illusione del piacere e del divertimento, corrompendo corpi ed anime….
4)   Sul colonialismo culturale… A Cuba , nessuno conosceva la musica cilena, ma quella inglese, francese, italiana, quelle sì…invece quella cilena, peruviana, , latino americana, erano sconosciute . Nessuno conosceva la letteratura rivoluzionaria  dell’America Latina…mentre andava di moda quella banale e fantasiosa e magari quella che esaltava  i banditi controrivoluzionari…. Perché non si fanno concorsi per la letteratura infantile?.. che succede nel campo del cinema …perché non si fanno film per bambini che non siano sotto il segno del mercantilismo ( e della ricerca dell’audience, NdR)?    I nostri popoli oppressi e  sottosviluppati devono lavorare  affinchè l’uomo si evolva, sin dall’infanzia,  elevando la coscienza  sociale ed umana. I nostri popoli possono tollerare le anomalie , gli sbagli, le follie, le assurdità della società capitalista?....

Conclusioni.  Ci bastano questo due paginette  a comprendere l’importanza e il peso dell’insegnamento che lascia questo grande rivoluzionario, quest’idealista , questo viandante armato della rivoluzione , a tutto l’umanità e a lui siamo debitori.

A pugno chiuso Fidel!

L’archivio Storico Benedetto Petrone e la redazione di Pugliantagonista.it
Ricordiamo  che il libro in questione  è al numero di catalogo P-16della  biblioteca dell’Archivio Storico Benedetto Petrone http://www.pugliantagonista.it/archivio/fidel_castro.htm


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