mercoledì 23 novembre 2016

1946, quando i lupi irpini difendevano i colori pugliesi

 

Così il calcio aiutò  a ricostruire l'Italia del dopoguerra

di Antonio Camuso

articolo pubblicato dal Corriere dell'Irpinia/quotidiano del Sud , nella pagina centrale di cultura  del 14 novembre 2016 


US Avellino-Portici: 5 a 0… Prima partita  della stagione calcistica 1945-46



L’Italia  repubblicana  di 70 anni fa che muoveva i primi passi con  la stesura della  Carta Costituzionale, oggi  è comunemente ricordata dalle forze politiche che si contendono il voto in questa  infuocata campagna referendaria . Un ‘Italia del ’46 ,che  aveva voglia di liberarsi dalle angosce della guerra impegnandosi  duramente nella ricostruzione, ma anche cercando momenti di svago  e ritornando ad affollare i campi di calcio. Anche l’Irpinia non fu da meno, con una squadra  di degno rispetto, l’US Avellino, che fece vedere i  lupi… pardon… i sorci verdi ai suoi avversari della Campania, nella stagione calcistica 1946-47.
Sì , perché  a causa di  uno strano atlante geografico disegnato dalla Lega interregionale SUD  ,  la squadra irpina,  iscritta al girone B della serie C,  fu “arruolata” come squadra  pugliese di una Puglia “Sannitico-irpina-“ come la definì il giornalista  sportivo Fausto Grimaldi nell’articolo d’epoca che oggi riproponiamo, pubblicato il 2 novembre 1946 sul Corriere dell’Irpinia, al suo 23esimo anno di vita ed il cui direttore responsabile era Agostino Colombo.
Un articolo il cui titolo a grandi caratteri  ben risaltava  sulla prima pagina di quell’unico foglio  in cui era stampato quel giornale, il cui prezzo di vendita era di lire 5 . Pagine e costi  non dissimili da ben più note testate di allora, vista la carenza di carta nell’Italia uscita mal ridotta dalla seconda guerra mondiale.  A confermare tutto ciò  il titolo di testa  che pubblicizzava il Prestito Nazionale per la Ricostruzione, un operazione  di rifinanziamento delle casse pubbliche  che l’allora Governo de Gasperi   lanciò con l’avvallo di tutte le forze politiche del patto antifascista  per poter avere a disposizione  denaro da utilizzare per far ripartire il paese, in bilico tra sommosse di piazza e la bancarotta.
Clamorosa affermazione dell’US Avellino  nella prima partita della stagione calcistica 1946-47
Chi ben comincia…
“…Pochi giorni fa  vi è stato un incontro di atletica  tra le rappresentative “pugliese”  e campana , risoltosi con la vittoria netta ed inequivocabile dei” pugliesi “ Quello di domenica scorsa è stato il primo incontro  di calcio tra una squadra …pugliese, la nostra e una squadra campana  e si è risolto  con la vittoria strepitosa della squadra …pugliese….Noi cominciamo a sentire l’orgoglio di appartenere al girone pugliese e quindi ogni qualvolta ci incontriamo con le squadre campane  noi sentiamo la responsabilità di difendere il buon nome sportivo di una nuova regione  d’Italia , la Puglia sannitica-irpina ( secondo il volere della Lega –calcio- Sud)…”
I toni euforici con i quali il giornalista del Corriere dell’Irpinia  parla di questo buon inizio di campionato del “lupi pugliesi irpino-sannitici” proseguono nella descrizione  delle fasi della partita, del risultato clamoroso e nello stilare una graduatoria dei migliori in campo, tirando un po’ per la giacchetta l’allenatore Antonio Vojak che verrà poi nel corso del campionato sostituito da Alfonso Ricciardi, un avellinese D.O.C.
“…Domenica è stata la volta del Portici il quale si è portato un sacco ricolmo di cinque palloni avellinesi che avranno  tutto il loro peso  nel corso della disputa del girone eliminatorio della Coppa del Sud.
La partita: il Portici ha adottato il mezzo sistema e ha mostrato un gioco effervescente  ma sconclusionato.Noi siamo stati più concreti anche se la nostra squadra risentiva  della mancanza di Bartolini, onorevolmente sostituito da Preziuso e di Capolino  malamente sostituito da Gioletti. Un Avellino che ha subìto per molto tempo l’iniziativa avversaria    ed è riuscito solo su azioni di contropiede  a portare lo scompiglio nella difesa avversaria  in cui giganteggiava Morsia e Palombella. Della nostra squadra i migliori sono stati Tanelli, Gennari, Buccioli,De Caprio e Zanzoretto. Tanelli, ha su tutti impressionato, per la sua capacità di tirare in rete. …Buon il gioco di spola di Gennari e Buccioli che han dovuto tappare le falle nella mediana… Domani (3 novembre 1946) i nostri si recheranno a San Giuseppe Vesuviano per un’altra partita di Coppa Sud e come “pugliesi” alle falde del Vesuvio  tenteremo  di strappare qualche punticino…”.
Ad onor di cronaca l’Avellino quell’anno si classificò terzo nel suo girone potendo così ripetere l’anno seguente un altro campionato onorevolmente disputato. Vennero poi , tempi bui per la squadra , ma questa è un’altra storia…
Nello stesso articolo troviamo la scheda dell’eroe della prima vittoriosa partita “repubblicana “ dell’Avellino: il centro attacco di origine lombarda, “un ragazzo imberbe  “Franco Tanelli che aveva preso il posto quell’anno di un Bertè “volato via sotto l’ira popolare”
Ma chi era  Franco Tanelli? Leggiamo ciò che dice di lui  il giornalista  sportivo irpino  F.Grimaldi: “Giovanissimo, nato a Lodi il 9 febbraio 1925, ha tutto il carattere serio di un lombardo ed ha vissuto le vicende tristi della nostra Patria , che però non hanno intaccato la bontà e la calma che traspare dal suo simpatico volto. A 14 anni fu  scovato dal povero Grignani, incluso nellla squadra allievi del Fanfulla  con la quale giocò nellla stagione calcistica 1939-40 come centro-attacco. L’anno seguente in prestito al Codogno all’età di 15 anni prendeva parte al campionato di prima divisione. Nel 1941-42 partecipò col Fanfulla al Campionato Nazionale riserve e nel 1942-43 , passato mezzo-sinistro giocò negli allievi  della società milanese. Dopo l’8 settembre per evitare di essere o arruolato forzatamente o inviato in Germania al lavoro coatto, riuscì a farsi assumere in un industria lodigiana. Negli anni 1944-45 e 45-46, fu ceduto in prestito dal Milan alla SAICS di Lodi disputando due campionati in 1a divisione e nell’ultimo ha segnato 29 reti. La sua capacità di cogliere l’attimo fuggente  la si è vista domenica scorsa in cui ,nonostante un infortunio ad una mano, è riuscito a segnare ben tre goal. Oggi è affidato all’allenatore Vojack e siamo sicuri che  Tanelli non è una promessa ma una luminosa realtà.”
Storie di Vojack e di Tanelli emblematiche di ciò che aveva passato l’Italia: il primo, l’allenatore ed  ex giocatore della Juve , di Pola, di origini slave, a causa delle leggi fasciste era stato costretto , per continuare a giocare a farsi cambiare il cognome nell’italianissimo Vogliani, il secondo invece era andato a lavorare per un’industria bellica  del Nord pur di non vestire la divisa di Salò.
 Che Fausto Grimaldi  avesse doti preveggenti , lo dimostrò quando  il giovane e” imberbe” Tanelli, in quel campionato 46-47, segnò per l’Avellino ben trenta reti. Ricordiamo anche che Grimaldi fu coluì che suggerì in un derby con il Benevento  la nostra  attuale casacca bianco-verde.

Ci auguriamo che altri giovani calciatori dell’U.S. Avellino abbiano  la capacità e la fortuna di cogliere “l’attimo fuggente”, prendendo esempio dalla modestia e dala  capacità di sacrificio di loro predecessori  , come Franco Tanelli , che nei campi di calcio aiutarono  a ricostruire la nostra Italia , 70 anni fa.

Antonio Camuso 
Archivio Storico Benedetto Petrone

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